Sabato 1 novembre 2025 – Solennità dei Santi – Matteo 5,1-12

Sabato 1 novembre 2025
Solennità dei Santi
Matteo 5,1-12
Chi sono i Santi? Penso che l’immagine più eloquente sia quella della luce, uomini e donne capaci di illuminare gli ambienti, le situazioni dove vivono. Non occorrono gesti eroici o miracolosi, ma presenze che testimoniano che un altro modo di vivere è possibile, che la nostra esistenza è amata. Se dove si dà per scontato che il rancore o la chiusura siano inevitabili ecco che chi pone un’alternativa può essere uno spiraglio di luce. Dove l’aviditá sembra il solo motore delle decisioni, chi cerca o privilegia altri desideri può essere una parola alternativa. Dove la paura e il giudizio determinano le relazioni, chi ascolta e dialoga allarga i confini. Dove dolore e delusione appesantiscono il cuore e tolgono speranza, chi prega e si fa prossimo annuncia la resurrezione. La santità ricorda quella pietra spostata dall’ingresso di un sepolcro tanti anni fa… “Guardiamo la vita con lo stupore di essere vivi; l’intero universo è fervente di vita…”.

(Giovanni Vannucci)

Venerdì 31 ottobre 2025 – Luca 14,1-6 – “Essi tacquero”

Venerdì 31 ottobre 2025
Luca 14,1-6
“Essi tacquero”

Il brano inizia con Gesù che va a pranzo in casa del capo dei farisei, accetta un invito scomodo, certamente sa già che non vi sarà un’accoglienza unanime e infatti “stavano ad osservarlo”. Non cerca amicizia, ma offre se stesso, quello che è, quello che crede, anche rischiando confronti che possono diventare scontri, dissenso. C’è un esporsi indifeso, forte solo delle motivazioni con cui opera e parla. E un offrire anche a chi è perplesso la possibilità di pensare. La situazione si ribalta, da osservato a osservatore, pone domande… ma trova silenzio. Sono loro a proteggersi, a rimanere nell’ombra. Ma Gesù prosegue, prende per mano il malato, lo guarisce e lo congeda. Una sequenza che manifesta la tranquillità e la cura con cui approccia questa persona. Non compie un gesto dimostrativo di potenza, non è una sfida, ma evidenzia che al centro si pone l’umanità e questo incrina i principi infondati. Ora i presenti hanno molto su cui riflettere… e sarà una grazia se accetteranno di mettere in discussione le loro posizioni. Che Dono quando permettiamo alla vita, alla fede di cambiarci! Allora Gesù non sarà passato invano nella nostra esistenza!

Giovedì 30 ottobre 2025 – Luca 13, 31-35 – “Gerusalemme”

Giovedì 30 ottobre 2025
Luca 13, 31-35
“Gerusalemme”

Gesù sta salendo a Gerusalemme, consapevole del destino che lo attende. Durante il cammino inviati di Erode gli suggeriscono di andarsene, così non si creerebbe quella situazione drammatica, imbarazzante per Erode e che porterebbe a decisioni estreme. Ma Gesù non rinuncia alla sua fede, alla sua verità e Gerusalemme si rivelerà ancora una volta un luogo di contraddizione; città dell’Alleanza con Dio e luogo del rifiuto degli uomini di Dio. Nel rigetto sembra esserci la conferma dell’autenticità della profezia.
È un breve brano che però lascia intuire la scelta, il dramma che Gesù ha affrontato: continuare sapendo che non vi sarà approvazione, riconoscimento, anzi solitudine, tradimento e la croce? Si può amare qualcuno come ama Gesù? Si può essere così saldi da non dubitare delle proprie ragioni? Non verrebbe da chiedersi se non si è impazziti? Eppure questo proseguire ha un sapore di libertà e di fiducia, non cerca comprensione ma confida nel Padre. Forse non vivremo passaggi così estremi, ma anche per noi la fiducia nel Padre può sostenerci nella tentaziona a cedere di fronte alle difficoltà o a ritenere che non valga mai la pena di perseverare in un’iniziativa, a dare il giusto peso alle considerazioni degli altri senza però dipendere dalla loro approvazione. Signore Gesù, aiutaci ad essere comunità che sanno riconoscere le parole profetiche che lo Spirito suscita, che non importi chi le pronuncia, ma se ci aiutano ad accorgerci delle nostre incongruenze, sono benedette!

Mercoledì 29 ottobre 2025 – Luca 13,22 -30 – “La porta stretta”

Mercoledì 29 ottobre 2025
Luca 13,22 -30
“La porta stretta”

Gesù parla di una porta stretta da attraversare, ma qual’è e perché? Perché nella vita vi devono essere delle porte strette? Non so dare una risposta, ma penso che la porta stretta abbia a che fare con il fare la verità e non solo col conoscerla. Con il riconoscere quello che di vero balza ai nostri occhi e decidere di seguirlo. A volte sono passaggi netti, svolte rivelative di quello che si pensa, si è. Implica sperimentare, realizzare e rischiare. Non basta dire “io c’ero”, ma è necessario coinvolgersi, mettere in pratica in prima persona. Gesù invita a seguirlo e non limitarsi a fare presenza. Penso che fare la verità sia un’espressione del volersi bene e del voler bene. Non si fa in nome di un principio perché se non sono animato da carità si opera senza empatia, senza cura. A volte si “sbotta” quando si accumula, si ingoia… A volte si preferisce rimanere nella mediocrità, nelle zone grigie che però non risolvono né ci aprono a spazi nuovi come appunto attraversare una porta. Abramo, Isacco e Giacobbe, uomini che hanno compiuto la volontà di Dio. Uomini fallaci, a volte preda di paure, di debolezze che li hanno condotti a sbagliare. Però desiderosi di ascoltare Dio e di lasciarsi rialzare. Qualche passo per superare le soglie, tocca a noi.

Martedì 28 ottobre 2025 – Santi Simone e Giuda – Luca 6,12-19 “Quando fu giorno”

Martedì 28 ottobre 2025
Santi Simone e Giuda
Luca 6,12-19
“Quando fu giorno”

Che giornata intensa, o Signore! Dopo aver passato un’intera notte in preghiera su di un’altura, sei sceso per compiere una scelta decisiva, quella dei dodici apostoli, chiamare collaboratori più stretti per dare vita alla tua chiesa. E poi ancora folla di discepoli e di persone che volevano ascoltarti o chiederti un miracolo di guarigione.
Quante volte le nostre ansie giornaliere ci accompagnano fin dal mattino, nell’affanno delle prestazioni professionali rischiamo di smarrire i riferimenti ai valori prioritari, a volte ci lasciamo sopraffarre dalle emozioni più intense e ci perdiamo in discussioni accese, ma evitabili….
È la preghiera il punto di partenza, il terreno a cui le nostre radici possono attingere chiarezze per sostenere scelte, dialoghi e opere. Affidarsi al Padre, ascoltare in silenzio il nostro mondo interiore visitato da tante voci e cercare quella della verità, dello Spirito che ci accompagna per poter essere illuminati nelle porale, nei gesti, ma anche per affidargli la giornata che inizia, le persone che incontreremo, per avvertire che non siamo soli.

Lunedì 27 ottobre 2025 Luca 13,10-17 “Sdegnato”

Lunedì 27 ottobre 2025
Luca 13,10-17
“Sdegnato”

È lo stato d’animo del capo della sinagoga per il miracolo di guarigione compiuto di Sabato, giorno di riposo. Possibile? Osservi un avvenimento insperato di bene e non ne gioisci? Anzi provi un sentimento di disapprovazione, non ti colpisce che la donna guarita renda gloria a Dio? Eppure può accadere se quello che ti sta a cuore non sono le persone, ma degli schemi che ti danno sicurezza e un personale privilegio, una buona posizione sociale. Il capo della sinagoga non ha neppure il coraggio di prendersela con chi trasgredisce il precetto, cioè Gesù, ma rimprovera chi è stato guarito: una donna che era malata da diciotto anni. Forse da guarire non era solo quest’ultima, ma anche questa guida religiosa, in difficoltà a mettersi nei panni degli altri. Non sono episodi superati, si ripetono anche oggi quando non ascoltiamo i fratelli. Quando la dottrina si antepone alla vita delle persone allora c’è da chiedersi se è vera espressione del cuore di Dio o un’intepretazione fallace degli uomini. Se la legge religiosa schiaccia la dignità di qualcuno non è la persona a essere sbagliata, ma la comprensione del precetto. Da istruzione per un cammino si tramuta in un ostacolo al bene. Ringraziamo di questi ultimi anni nei quali papà Francesco ci ha invitati a vivere l’esperienza del sinodo che ci ha permesso di ascoltare tutti i fratelli, vicini e lontani, scoprendo la necessità di compiere passi di correzione degli aspetti della chiesa che feriscono e allontano. Scoprire le nostre rigidità e aprirci alla conversione è una grazia, un dono di Dio e dei fratelli che hanno patito.

Domenica 26 ottobre 2025 Luca 18,9-14 “Intima presunzione”

Domenica 26 ottobre 2025
Luca 18,9-14
“Intima presunzione”

Con una semplice parabola Gesù spalanca un mondo che pur fondamentale, può rimanere nascosto. Spesso valutiamo le nostre assemblee dal numero dei partecipanti, ma quanto è poco affidabile questo criterio! Due uomini vicini nello stesso tempio, entrambi in raccoglimento, eppure così distanti…. Soprattutto uno dei due che giudica l’altro pone una barriera nel proprio cuore, si può essere “fratelli” nella fede senza essere in comunione, anzi alimentando distanze. Ma è preghiera quella del fariseo? Pregare è un’esperienza profonda e umana, rivolgere lo sguardo al cielo, cercare il silenzio o le parole per stare con il Signore. Ma ha un prezzo, quello di renderci trasparenti a noi stessi, metterci in contatto con i pensieri che ci abitano. E non sempre sono espressioni di bontà. Se vissuta nella verità la preghiera ci scopre e ci ricorda quello che siamo. E allora possiamo essere come il pubblicano che riconosce le sue debolezze, il suoi errori, provare dispiacere e addirittura dolore. Quello che salva è che di fronte non abbiamo un giudice, ma un Padre. E allora la preghiera può diventare rimotivazione, decisione, azione, gratitudine.

Sabato 25 ottobre 2025 Luca 13,1-9 “Lascialo ancora quest’ anno”

Sabato 25 ottobre 2025

Luca 13,1-9

“Lascialo ancora quest’ anno”

Gesù prende spunto da due episodi di cronaca dei suoi tempi per criticare e cambiare quella mentalità che è così radicata in noi: associare un dolore, una malattia, un’avversità a una punizione di Dio, “perché a me?, cos’ho fatto di male per meritare questa disgrazia?” Sone le parole che nascono spontanee, che esplicitano quel senso di ingiustizia che si prova quando un evento spiacevole irrompe nella nostra esistenza. Difficile accettare le debolezze e i limiti del nostro corpo, dell’età o la fallibilità degli uomini. A volte s’incolpa Dio, a volte ci carichiamo di sensi di colpa che intristiscono il cuore. Il dolore non è una punizione divina, siamo tutti soggetti ai limiti della nostra creaturalità. Certamente esiste anche il male voluto e compiuto che ha in sé delle conseguenze negative, alimenta uno spirito chiuso, ripiegato su stesso, egoista e alla fine gli esiti ci sono, come l’albero di fichi rischiamo di non fare buoni frutti. Ci accorgiamo che Dio ha pazienza con noi? Chiediamo le grazie di uscire dalla vischiosa tentazione di sentirci vittime e quella di vedere le nostre reali responsabilità per evitare di sprecare il dono della vita e le opportunità di bene che ci offre.

Venerdì 24 ottobre 2025 Luca 12,54-59 “Cerca di trovare un accordo con lui”

Venerdì 24 ottobre 2025

Luca 12,54-59

“Cerca di trovare un accordo con lui”

Discernere il tempo che stiamo vivendo e affrontare i nodi in sospeso della vita, sono i due inviti che il Signore rivolge alla folla nel brano di oggi. Sono due passaggi che a volte ci mettono in crisi o rimandiamo. Il primo lo viviamo quando la domanda “che fare?” ci trova senza risposta. E riscopriamo il rivolgerci al Signore per chiedere un po’ di luce, di chiarezza. Lo smarrimento può tramutarsi in un’esperienza di conforto. Nonostante tanti strumenti per comprendere la realtà, non si può prescindere dalla preghiera.

Il secomdo passaggio ci interpella se abbiamo conti in sospeso … A volte vi sono episodi il cui ricordo pesa silenziosamente sul nostro spirito, come una pietra sul fondo di una borsa che abbiamo sempre con noi. Perché non affrontare queste memorie lungo il nostro cammino? Dio un è un avversario da temere, ma un compagno di viaggio che comprende e perdona. Non lasciamo accumulare troppe pietre nel nostro zaino…

Giovedì 23 ottobre 2025 – Luca 12,49-53 “fuoco sulla terra’

Luca 12,49-53 “fuoco sulla terra’

Iniziamo il cammino verso la solennità dei Santi, nostri fratelli maggiori nella fede, presenze a volte dirompenti altre volte discrete, ma significative, capaci di fare la differenza, magari disturbanti il nostro quieto vivere, le nostre dinamiche consolidate e ripetitive. Piccole o grandi luci di Vangelo vivente che testimoniano che un’altra vita è possibile, un altro modo di pensare… Si, Gesù è venuto a portare il fuoco, ma non quello dei conflitti, delle bombe, dei missili e neppure quello della vendetta, ma la fiamma dell’ardore per l’umanità, per la dignità e la giustizia. A volte siamo “incollati” alla rassegnazione o allo sconforto, ferite della nostra storia ci hanno resi diffidenti, perplessi o pessimisti sull’umanità, sia nostra che altrui, spentii. Poi capita la grazia di incrociare persone che agiscono ciò che dicono, donano parte del proprio tempo, pregano o perdonano… E allora si ha la possibilità della fiamma che passa da una candela accesa a uno stoppino spento e si può riprendere a sorridere, a credere. Il bene può essere diffusivo, certamente scuote le anime e a volte provoca reazioni di gratitudine e altre volte di avversità perché per contrasto evidenzia il male. I Santi pagano il prezzo dell’amare… Uomini e donne che con la loro umanità segnata da limiti e cadute avvertono che la vita è più forte della morte.